Rientrato da pochi giorni da una missione in Kenya per un progetto di cooperazione sanitaria, cofinanziato dalla Regione Toscana tramite il  Centro di  Salute Globale, che vede come capofila Acquifera Aps e come partner l’ASL Toscana Centro, l ‘Ong locale Somirenec ed il supporto  locale della Congregazione delle Suore del Verbo Incarnato.

Gli interventi realizzati riguardano il settore materno-infantile con il completamento della nuova struttura di maternità, la formazione professionale del personale sanitario, la fornitura di acqua di adeguata qualità per il consumo umano con la riabilitazione di un pozzo e la realizzazione della cisterna e delle annesse tubazioni.

Il progetto ha interessato la comunità di Barpello, che si trova nella Contea di Baringo, nel nord-ovest del Kenya. Un territorio povero ed abbastanza isolato, che presenta condizioni di vita molto difficili. La popolazione locale, i Pokot, di origine nomade, praticano la pastorizia e quasi nessuna forma di agricoltura. La carenza delle infrastrutture pubbliche fondamentali, quali strade, elettricità, acqua, salute ed istruzione, è fortissima. Grazie al pozzo realizzato è stato possibile garantire oltre al Dispensario (la clinica di salute locale) anche una  fornitura di acqua che evita in particolare alle donne e bambine di fare lunghissimi tragitti e costituire un utilissimo abbeveratoio per gli animali.

E’ in via di definizione un secondo progetto che vede coinvolta anche la Croce Rossa Toscana e si estende anche al Reparto di Oftalmologia pediatrica dell’Ospedale di Eldoret. Anche in Africa cerchiamo di tenere assieme ed integrare  il livello ospedaliero a quello della sanità territoriale.

Le già difficile situazioni socio economiche stanno peggiorando a causa dei cambiamenti climatici che qui stanno già producendo effetti molto pesanti con lunghissime siccità e piogge concentrate in brevi periodi. Questo comporta una minor disponibilità di pascolo per gli animali, una ridotta possibilità di crescita e vendita degli stessi e di conseguenza minor disponibilità di cibo e di risorse economiche. Sono in crescita le  migrazioni interne al Paese verso le città, che si stanno riempendo di slum, ma è inevitabile, vista anche la composizione demografica,  che in prossimo futuro un numero crescente di persone cerchino di emigrare fuori verso l’Europa.

Questa situazione riguarda ovviamente tutta l’Africa e considerato che nel 2050 si stima che avrà una popolazione di 2,5 miliardi, di cui la stragrande maggioranza sotto i 30 anni, appare ancora più evidente come sia indispensabile e strategico attivare politiche concrete di aiuto e sostegno, urgenti ed efficaci per garantire uno sviluppo sociale ed economico. Le cause del sottosviluppo africano le conosciamo bene e occorre mettere fine alle ancora diffusissime e pesantissime forme di necolonialismo economico con lo sfruttamento, direi quasi la rapina, delle immense risorse naturali (land grabbing e water grabbing), oppure una diversa gestione del debito dei singoli Paesi da parte delle Istituzioni Internazionali che comporta  la sottrazione di ingenti risorse finanziarie ai paesi africani, che sarebbero utilissime per politiche di sviluppo.

Non ci possiamo meravigliare se decine migliaia di persone cercano di venire a nord per una vita migliore ed non possiamo nemmeno limitarci alla giusta e profonda indignazione e protesta per i barconi che affondano, rendendo il Mediterraneo un cimitero. Il fenomeno è epocale e destinato ad una progressiva e continua crescita se non si agisce sulle cause strutturali.  Sono necessari da subito corridoi legali, protetti, canali umanitari e politiche di accoglienza da parte di tutta l’Europa. I nostri valori fondamentali laici e/o religisi ci impongono il sacro rispetto e difesa di ogni vita, ma mi permetto di aggiungere che è un interesse anche dell’Europa con il suo inarrestabile invecchiamento, in continuo e progressivo declino demografico, aprirsi alle forze giovani ed in grado di dare contributi sul piano sociale, economico e culturale.

Non ultimo e con un altro valore culturale e simbolico, i nostri progenitori provengono da queste terre. Il Kenya, l’Africa, è stata la culla dell’umanità. Al Museo Nazionale di Nairobi è presente una bellissima esposizione con reperti unici che illustrano la diretta e tangibile testimonianza della evoluzione da primati, da ominidi che vivevano sugli alberi all’Homo Sapiens che da li partì migrando fino a diffondersi su tutto il Pianeta.

 

Di seguito è possibile scaricare il report completo e tecnico della missione:

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One Reply to “Riflessioni sulla missione in Kenya – di Stefano Fusi, referente della cooperazione sanitaria internazionale per la ASL Toscana Centro”

  1. Siete meravigliosi! In pochi anni avete realizzato molti progetti. E ora con la collaborazione USL e Regione farete un ulteriore gran passo in avanti. Grazie di cuore!

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