Il progetto per Tifariti (Sahara Occidentale) nasce da una esplicita richiesta avanzata dal Governo della Repubblica Araba Saharawi Democratica e dall’intervento del suo rappresentante per la Toscana presso la Water Right Foundation di Firenze.

La mancanza di un bene primario come l’acqua non può che inibire i progetti di sviluppo e di autonomia per questo popolo costretto a vivere nei campi profughi nel sud dell’Algeria e proprio in relazione a questo e all’esigenza di fornire un contributo realmente concreto al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione Saharawi, nasce l’idea del progetto.

L’aspetto fondamentale che si vuole promuovere è la ricerca di nuove fonti di approvvigionamento e di modalità idonee e corrette di sfruttamento per consentire di poter usufruire dell’acqua aumentandone la capacità di prelievo, di conservazione e di distribuzione.

Ci si è preposti di operare intorno a Tifariti in una fascia di territorio per la maggior parte desertica dove tuttavia il ritrovamento di nuove fonti idriche consentirebbe la sopravvivenza della popolazione, la pratica di una agricoltura di base e di una qualche forma di allevamento. Tra l’altro in questa area sono già presenti scuole, ospedali, abitazioni realizzate dai Saharawi e dalla cooperazione internazionale.

L’obiettivo che il progetto si propone è quello di garantire l’approvvigionamento idrico della popolazione (stimabile attualmente intorno alle 10.000 persone) allo stesso tempo favorendo lo spostamento dei civili dai campi profughi e di fatto, la legittimazione di una Nazione che dal 1975 cerca di affermare il proprio diritto alla libertà e all’autodeterminazione.

 

 

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